Descrizione
Un viaggio all’interno della relazione tra gli umani, tra i cani, tra gli umani e i cani.
Quando si usa il termine relazione forse la prima cosa che si dipinge nella nostra mente è l’aspetto sessuale o affettivo tra due persone: relazione d’amore, casuale, clandestina, travolgente, passionale, un qualcosa che il più delle volte stravolge, anche se temporaneamente, la vita, qualcosa che ti spinge a fare quello che non faresti normalmente, come guidare per mille chilometri cercando di vedere l’altro anche solo per poco tempo.
Relazione anche come luogo in cui le realtà vengono ricoperte dal velo dell’amore, e tutto quello che riguarda l’altro viene ritoccato, in modo inconsapevole, dal cuore, per cui ogni cosa che fa, in ogni modo si presenti, appare giusto e bello. La relazione anche come cambiamento: passando il tempo, quel velo inizia a strapparsi facendoci vedere una realtà diversa, anche questa però contaminata dalla delusione, dalla rabbia, dai dubbi. I chilometri che prima erano stimolo all’incontro si trasformano in fatica e si rinuncia a farli; le certezze si trasformano in riflessioni e poi, un poco alla volta, quel meraviglioso quadro inizia a perdere i colori lasciando sulla tela solo il ricordo di quello che era.
Questa visione della relazione è, probabilmente, la più romantica anche se spesso risulta essere, nella sua conclusione, la più dolorosa; ma anche se indubbiamente ha il suo fascino è, dal mio modo di vedere le cose, limitata alla sola dimensione affettiva, e questo ne riduce la sua importanza e il suo ruolo fondamentale per l’evoluzione
di molte specie sociali.
Questo scritto prova a esplorare tutte le componenti che sono presenti in una relazione, capirne la sua evoluzione e proporla non solo come campo di inizio evolutivo dei cuccioli ma anche come luogo indispensabile per recuperare derive, comportamenti sbagliati, e vere patologie sociali.
Luigi Polverini.
La mia strada nella cinofilia inizia oltre quaranta anni fa e a quei tempi c’era solo la via della coercizione, del controllo e e della sottomissione. Mi trovai presto a disaggio perché non capivo come si potesse costringere un altro essere a fare delle cose che magari non gli piacevano o addirittura non rientrassero nella sua indole, così decisi di trovare strade diverse per relazionarmi con il cane. Intrapresi percorsi formativi con esponenti europei che proponevano vie diverse e alla fine ne ideai una mia che si rivolgeva verso l’animale in modo etologicamente comprensibile e con uno scambio di valori culturali che tendevano ad arricchire entrambi. Ho vissuto per cinque anni con un ibrido Lupo/Cane, le mie esperienze con gli altri soggetti mi hanno sempre cambiato un po’ da quello che ero prima. Tutto ciò mi ha permesso oggi di aprire il primo studio di Terapia cognitivo comportamentale nel il cane e aiutarlo a risolvere i problemi comportamentali con una mediazione tra la psicoterapia animale e la Sistemica relazionale.
Molti sono i soggetti che ho seguito nei recuperi e sono arrivati da tutta Italia, ma ognuno di loro per me è stato un caso di verso che mi ha arricchito e stimolato a studiare sempre di più.
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